Coprifuoco nel Vallo: saracinesche chiuse alle 23. C’è chi preferisce non aprire. Occupato svincolo autostradale di Eboli. Scontri violenti a Napoli

Raccontare la prima notte di coprifuoco dal punto di vista delle attività commerciali non è facile. A parlare sono i volti cupi e in alcuni casi visibilmente scoraggiati. Alle 23.00 le luci dei locali del Vallo di Diano si sono spente ed il rumore delle saracinesche ha squarciato il silenzio che già era calato sulla notte. Alcuni locali, aperti solo dal tardo pomeriggio in poi, hanno preferito non alzarla proprio quella saracinesca. Insomma per alcune attività la chiusura alle 23.00 significa sostanzialmente non aprire. Una sensazione che accomuna gli esercenti di tutta Italia, manifestata in modi e tempi diversi. Ma, in Campania,  il futuro lockdown regionale annunciato da De Luca aumenta la rabbia e la preoccupazione dei gestori di attività commerciali e locali. Le immagini di Napoli e delle violenze messe in atto durante protesta per le strade della città hanno fotografato una realtà davvero complicata. Era nell’aria il dissenso ma non così. Perché ieri sera a Napoli si è scatenata una vera e propria guerriglia urbana nella  zona Santa Lucia ed in altre parti della città. Bilancio pesantissimo con migliaia di euro di danni causati dalla furia cieca di gruppi di estremisti e di violenti che nulla hanno a che vedere con la gente disperata e preoccupata per le loro attività e per il futuro delle proprie famiglie.  Momenti di caos con sampietrini strappati e lanciati contro le forze dell’ordine, cassonetti incendiati, giornalisti aggrediti, lanci di fumogeni e cariche di alleggerimento.  Spostandoci nel salernitano. Ad Eboli un gruppo di manifestanti ha occupato lo svincolo autostradale. A Salerno raduno dei commercianti in Piazza Amendola dove sono state accese simbolicamente centinaia di candele prima di dare il via ad un corteo per le vie del centro storico e del Corso cittadino. Una protesta pacifica che ha visto una massiccia partecipazione. Manifestazioni anche a  Cava de’ Tirreni dove circa 200 persone tra cittadini, esercenti e commercianti si sono riuniti in piazza Abbro  esponendo uno striscione con su scritto “Se si chiude, si chiude tutti. Il Covid non ha luoghi né orari”. La pacifica protesta è stata organizzata con il passaparola sui social. -italia2tv-

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