Covid-19.Pellegrino:”Cambi scusa chi dice che i tempi per attrezzare il presidio di Sant’Arsenio sono lunghi”
Questa mattina Tommaso Pellegrino, sindaco di Sassano e Presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, attraverso Fb ha espresso alcune considerazioni sull’emergenza sanitaria vissuta dalla Campania e dal Vallo di Diano che ha raggiunto in queste ore ha superato i 100 contagi da Coronavirus.
“L’ho detto dall’inizio – spiega Pellegrino – che bisogna utilizzare il presidio di Sant’Arsenio per farlo diventare punto di riferimento dedicato al Covid-19. Ne sono più convinto oggi perchè con un numero di contagiati così alto, costruire dei percorsi dedicati diventa importante. Senza nulla togliere a cosa sta facendo l’ospedale di Polla, a cui va tutta la nostra gratitudine, che sta in tutti i modi di dare delle risposte. Però avere a disposizione a soli 3 km una struttura per un percorso dedicato, evitando che il ‘Curto’ si trasformasse in un Covid Center, deve essere una scelta ancora da valutare“.
Secondo Pellegrino, in questo modo, gli operatori sanitari lavorerebbero in sicurezza a Sant’Arsenio che così diventerebbe un punto di riferimento anche per il Golfo di Policastro, lasciando l’ospedale di Sapri dedicato ad altre urgenze e patologie.
“A chi ci viene a dire che i tempi sono troppo lunghi – continua Pellegrino – consiglierei di cambiare scusa, perchè in Cina costruiscono un ospedale in un mese, ma anche in Italia in pochi giorni sono state allestite strutture ospedaliere con tutti gli strumenti per fronteggiare le urgenze legate al Coronavirus. Noi la struttura ce l’abbiamo già e in poche settimane, con pochi interventi mirati, potremmo avere un ospedale dedicato“.
“Io e pochi altri sindaci – spiega ancora – fin dall’inizio abbiamo sostenuto che ci fosse bisogno di qualche figura specialistica, soprattutto in Malattie infettive. Finalmente arriva anche all’ospedale di Polla uno specialista e mi fa piacere, ma questo non basta, perchè di queste figure c’è bisogno anche nel territorio. Ricordo che il 90% dei contagiati oggi viene seguito presso il proprio domicilio dai medici di base e questo richiede che ad affiancarli ci siano degli specialisti, proprio per ridurre anche il numero di ospedalizzazioni“.
Pellegrino parla poi di una mancata interazione tra ospedale e territorio e della necessità di un potenziamento della struttura.
“Negli anni – prosegue – tutte le Regioni hanno investito molto nel privato e sottovalutato il pubblico, hanno ridotto il numero delle terapie intensive, eliminato in molti casi i reparti di Malattie infettive e quindi oggi abbiamo dei problemi. Questo determina una rincorsa continua a trovare posti di Terapia intensiva, determinando un danno ad altri reparti che vengono così bloccati, come nel caso dei percorsi seguiti dai pazienti oncologici. Vengono infatti rimandate chemioterapie, radioterapie e interventi chirurgici. Questo è il risultato di un investimento bilanciato. Mi auguro che alla fine di questo brutto incubo si possano fare valutazioni legate alle competenze, al ruolo della sanità pubblica, dei medici e degli infermieri che tante volte sono stati trascurati ma a cui oggi viene riconosciuta l’importanza del lavoro fatto in prima linea. Ma, soprattutto, si possa valutare un meccanismo che affida alle Regioni tutta la Sanità e che oggi sta dimostrando le sue falle. Si dovrebbe rimettere in capo allo Stato la Sanità pubblica del Paese“.
– Chiara Di Miele – ondanews-
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