Antimafia, relazione della DIA. Vallo di Diano e Cilento scelti per investimenti della criminalità


La Direzione Investigativa Antimafia ha presentato in Parlamento la relazione relativa al primo semestre del 2019 in cui viene analizzata anche la provincia di Salerno che presenta una situazione generale riferita alla criminalità organizzata particolarmente disomogenea, con aspetti e peculiarità che variano in ragione della sensibile diversità geografica, storica, culturale, economica e sociale che connota le diverse zone della provincia (Agro Nocerino-Sarnese, Valle dell’Irno, Costiera Amalfitana, capoluogo, Piana del Sele, Cilento, Vallo di Diano). Non si registrano significativi cambiamenti sotto il profilo degli equilibri e dei principali interessi delittuosi dei sodalizi locali nei primi sei mesi dello scorso anno. Permangono importanti collegamenti con consorterie originarie del Napoletano e del Casertano, con le quali i clan salernitani condividono interessi e sinergie criminali. Un riscontro è dato dall’operazione, conclusa il 27 aprile 2019, con l’esecuzione da parte dei Carabinieri di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 2 affiliati al clan Pecoraro-Renna di Battipaglia, un affiliato al gruppo Cesarano di Castellammare di Stabia e un affiliato alla famiglia Mallardo di Giugliano in Campania, responsabili, con ruoli diversi, dell’omicidio di un pregiudicato, avvenuto nell’agosto 2015, a Pontecagnano. Per la sua posizione geografica, il Vallo di Diano è direttamente collegato verso il Potentino con la Val d’Agri ed, in generale, con l’entroterra lucano, e risulta per la DIA influenzato da pericolose ‘ndrine, il cui potere criminale incide fortemente anche nel comprensorio in disamina. “Nel recente passato, – si legge nella relazione – sono state accertate relazioni tra esponenti della criminalità locale e sodalizi più strutturati della Calabria e dell’area napoletana, soprattutto nel traffico di stupefacenti e negli investimenti immobiliari ed imprenditoriali. Le attività investigative condotte dalle Forze di polizia hanno, tra l’altro, delineato uno scenario criminale che vede operativi sul territorio due gruppi criminali, Gallo e Balsamo, originari di Sala Consilina, dediti al traffico di stupefacenti, alle estorsioni e all’usura“. Dalla relazione, inoltre, emerge che il Cilento e il Vallo di Diano, oltre che essere luoghi prescelti per la latitanza da parte di camorristi napoletani e casertani, negli ultimi anni stanno emergendo per attività di riciclaggio e reimpiego di capitali di provenienza illecita, investiti in loco da sodalizi provenienti dall’area napoletana nonché per la presenza, nella gestione di attività commerciali e del traffico di sostanze stupefacenti, di soggetti legati a consorterie ‘ndranghetiste, che hanno qui esteso la loro influenza tramite pregiudicati locali. Il traffico e lo spaccio di stupefacenti sono tra le attività delinquenziali maggiormente diffuse in tutta la provincia, nonché il prioritario canale di finanziamento e arricchimento. Le attività di contrasto al fenomeno hanno documentato anche l’esistenza di coltivazioni, sebbene non particolarmente estese, di droghe leggere (marijuana) destinate al mercato locale. Altri reati in grado di assicurare profitti soddisfacenti sono le rapine, anche ai danni di furgoni portavalori, e le truffe ai danni dello Stato e delle assicurazioni. Anche l’infiltrazione negli appalti continua a rappresentare un settore molto esposto. Il 14 maggio 2019 i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Vallo della Lucania, nei confronti di 4 persone, ritenute responsabili, a vario titolo ed in concorso, del reato di istigazione alla corruzione. Le investigazioni hanno disvelato la promessa di una somma di denaro al responsabile di un ufficio del Comune Pollica al fine di ottenere l’aggiudicazione della gara relativa all’affidamento dei lavori per il rifacimento della rete fognaria. Il 16 maggio i Carabinieri hanno eseguito un provvedimento cautelare, a conclusione dell’operazione “Kamaraton” condotta della Procura della Repubblica di Salerno, che ha riguardato l’operatività in seno al Comune di Camerota di un’associazione per delinquere, operante dal 2012 al 2016, finalizzata alla commissione di un numero indefinito di reati contro la pubblica amministrazione e la fede pubblica, tra i quali l’illecita gestione di concessioni, autorizzazioni, appalti e pubblici servizi, assegnati a imprenditori amici o a società a parziale partecipazione pubblica, in cambio di denaro o altre utilità. Eboli, invece, è stata per anni sotto l’influenza della famiglia Maiale, depotenziata nel tempo da ripetute e incisive operazioni di polizia e dall’adesione di esponenti apicali e affiliati al programma di collaborazione con la giustizia. Tuttavia, si rilevano tentativi da parte di pregiudicati vicini alla famiglia di ricostituirne la struttura. Al riguardo, sono significative due operazioni. Nella prima, conclusasi a febbraio, sono stati coinvolti il capo del gruppo, già collaboratore di giustizia, l’amministratore di fatto di un caseificio di Eboli e un pubblico funzionario di Salerno, ritenuti responsabili, a vario titolo, di turbata libertà degli incanti ed estorsione con l’aggravante del metodo mafioso, corruzione aggravata, false comunicazioni sociali e detenzione illegale di armi clandestine. La seconda operazione, conclusasi il 18 giugno 2019 con l’esecuzione da parte dei Carabinieri di un’ordinanza di custodia cautelare, ha riguardato un sodalizio dedito al traffico e allo spaccio di stupefacenti, con base operativa a Campagna, composto da soggetti inseriti nel gruppo Del Giorno, storicamente contiguo al clan Maiale. Nell’Alto Cilento ad Agropoli si registra la presenza della famiglia di nomadi stanziali Marotta, dedita a reati di tipo predatorio, all’usura, al traffico di stupefacenti e al riciclaggio, colpita, nel tempo, da diversi provvedimenti cautelari e di sequestro di beni. Sul territorio sono presenti anche elementi del clan napoletano Fabbrocino. Mentre nell’area di Capaccio-Paestum si segnala l’operatività del gruppo Marandino, il cui fondatore, in passato, è stato legato alla Nuova Camorra Organizzata. Il sodalizio risulta attivo e dotato di risorse economiche consistenti, frutto di attività illecite, come emerso dall’esecuzione da parte della DIA di Salerno, di un provvedimento di confisca di beni per un valore di circa 3 milioni di euro nei confronti di un soggetto contiguo al clan. – Chiara Di Miele – ondanews-

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