La fame e la miseria, ma quelle vere, dilagano in Miseria e nobiltà, classico di Eduardo Scarpetta in scena al Teatro Mario Scarpetta di Sala Consilina nel nuovo allestimento firmato da Lello Arena, sul palco anche nel ruolo di Felice Sciosciamocca e Luciano Melchionna, alla regia.
Se è l’attualità la chiave di lettura principale di questo nuovo allestimento, tutto è caratterizzato da una visione sorprendentemente dark e scura che si fregia non solo dei costumi da spettacolo tutti giocati sul bianco e nero, fra tessuti inconsueti o citazioni di abiti di fine Ottocento che amplificano la sensazione del travestimento operata dai personaggi in scena
Come dire: il mondo dei ricchi sopravvive sulle fondamenta della miseria che non non riesce mai a scomparire suggerendo un sottile velo di malinconia e di pessimismo che si nasconde dietro gli equivoci e la comicità di un testo fatto di inganni e di travestimenti, fra miseria (vera e a tratti malcelata) e nobiltà (falsa e ostentata)
“Nella commedia c’è fame di tutto, di cibo, di cultura, ma sempre rispettando un meccanismo meraviglioso – spiega Melchionna – La fame di cui si parla nel testo è una fame profonda di un bisogno di relazioni perché tutti i personaggi sono sempre molto soli ed è la stessa fame odierna di diventare qualcun altro spingendoci a diventare qualcosa che non siamo per poter soddisfare il bisogno di fame”.
E in effetti tutto verte proprio a confermare l’idea del regista che con Lello Arena lascia trapelare giudizi e punti di vista sulla continuità della miseria e della povertà inalterata da allora come adesso.
Siamo pur sempre in una commedia di Scarpetta e questo allestimento di Miseria e nobiltà fa ridere e anche molto, nonostante il sottofondo di miseria che lascia trasparire la disperazione: non mancano però le svolte farsesche soprattutto nel secondo atto o attraverso la revisione di alcuni personaggi trasformati in maschere.
Se a tratti qualcosa sembra un po’ ridondare, l’adattamento funziona, complice la compagnia di attori sul palco diretti da un attento Melchionna e i protagonisti impegnati a disegnare con umanità i personaggi sempre attraversati da un quid di follia e sempre volutamente sopra le righe. Bravissima Giorgia Trasselli nel ruolo di Concetta, la moglie di Pasquale, la Luisella perfida e cattivissima di Maria Bolignano, ottimi anche Tonino Taiuti che interpreta Gaetano e naturalmente plauso a Lello Arena che si riserva per sé il ruolo di Felice Sciosciamocca che diventa O professore e segna la maturità di un attore in grado di mettere anche da parte la vis comica per lasciar trasparire tutta la sensibilità del suo personaggi.
Inevitabile il confronto con il film di Totò, ma Melchionna – Arena fanno di tutto per discostarsene disfacendosi di alcune delle gag più celebri inventate dallo stesso Totò in un allestimento che viene ambientato in una sorta di limbo temporale, fra passato e moderno a rimarcare la sua assoluta attualità. -ITALIA2TV-
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