“Volevo la droga senza pagare e ho ucciso”.La drammatica confessione di Karol Lapenta dinanzi al Giudice
Ero andato all‘appuntamento con Pascuzzo con il coltello perchè volevo 50 grammi di erba senza pagare”.
E’ questa la drammatica quanto inquietante frase riferita da Karol Lapenta, il 18enne reo confesso dell’omicidio di Antonio Alexander Pascuzzo, durante l’interrogatorio tenuto dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lagonegro Vincenzo Saladino.
Una furia cieca quella del giovane apprendista macellaio, dettata dal bisogno di impossessarsi di un modesto quantitativo di marijuana.
“Pascuzzo mi aveva detto che il prezzo di quell’erba era 500 euro, ma io non avevo quella somma con me”.
Non un litigio, non un dissidio: Pascuzzo, secondo la ricostruzione resa in fase di confessione da Lapenta, avrebbe appoggiato il sacchetto vicino ad una tavola che chiude il capannone dismesso nei pressi della piscina per nasconderlo.
“Per paura di essere scoperto con l’erba addosso, così sarei passato in un secondo momento a prenderlo” la giustificazione di Lapenta.
Ma il giovane ha già un disegno criminoso: dopo che ha posato la marijuana, Pascuzzo viene colpito con una coltellata al costato sinistro. Un colpo a sorpresa, tanto che l’ultima frase pronunciata dal giovane italo peruviano prima di morire è “Lasciami, per favore”. Lapenta lo colpisce alle spalle e, infine, con un calcio in viso. A conclusione lo trascina nel torrente Peglio, dove è stato rinvenuto lo scorso 14 aprile. Il coltello è stato poi lasciato su un muretto in via Paolo Borsellino a Buonabitacolo.
Una tragedia, come conferma il giovane reo confesso, per la droga: i 50 grammi di marijuana sono stati sottratti e fumati dallo stesso Lapenta che, dopo il gesto, come ha raccontato in fase di confessione, si è recato al Centro Cupola di Buonabitacolo con altri ragazzi dove si è intrattenuto a chiacchierare. Di ritorno, il giovane ha preso il coltello da macellaio e lo ha ripulito e riposto nel suo zainetto.
“Mi sono reso conto della gravità di quello che ho fatto ma non ho parlato a nessuno di questo fatto” ha aggiunto in confessione Lapenta.
Il giovane si trova attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Potenza: il Gip, che non ha convalidato il fermo, ha disposto la custodia cautelare in carcere, accogliendo le richieste del Pubblico Ministero per i gravi indizi di colpevolezza.
Nei giorni scorsi la Procura della Repubblica di Lagonegro ha conferito l’incarico per una perizia psichiatrica al dottore Camillo De Lucia.
Entrambe le difese della famiglia Pascuzzo e Lapenta hanno nominato un consulente tecnico di parte.-ONDANEWS-
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