Il “118” del Vallo di Diano a rischio affanno con il trasferimento di Psichiatria a Vallo della Lucania: ecco perché
La mancata programmazione sanitaria nel Vallo di Diano e anche la mancata attuazione della programmazione stessa crea disagi e può creare problematiche all’utenza in molteplici modi. Un esempio è la gestione del reparto di Psichiatria di Sant’Arsenio, il suo trasferimento e le possibili conseguenze sul territorio.
Il reparto di Psichiatria – si ricorderà – doveva essere trasferito dapprima da Sant’Arsenio a Polla con dei lavori da effettuare nell’ala vecchia del nosocomio. Una scelta approvata con tanto di delibera ma mai portata in essere. Dopo qualche anno il reparto è stato trasferito a Vallo della Lucania con “emigrazione” anche di parte del personale sanitario. Questo con la promessa – necessaria – di aprire a Polla il servizio di “One day night”. Ovvero l’attivazione degli otto posti letto per i malati psichiatrici. I pazienti – soprattutto chi deve essere sottoposto a Tso – con questo progetto potrebbero essere ricoverati per 24 ore a Polla prima dell’eventuale trasferimento a Vallo della Lucania. Un servizio previsto, progettato ma mai finanziato e attivato. Un disagio che però non riguarda “solo” le pur tante famiglie di malati psichiatrici ma anche l’intera cittadinanza valdianese. Il motivo è presto detto: sul territorio sono attivate tre ambulanze per le emergenze. Una a Polla, una a Teggiano e una a Padula, queste con medico a bordo per le prime emergenze (altre due postazioni sono a Sala Consilina e Sanza ma con ambulanze prive di medico a bordo). Il trasferimento di un malato psichiatrico a Vallo della Lucania significa occupare per più di quattro ore l’ambulanza, lasciando scoperta un’area ampia del territorio valdianese con conseguente possibile ritardo in caso di necessità di soccorsi. Un problema che più volte è stato sottoposto a chi di dovere e nelle sedi istituzionali ma senza mai risposte. Per fortuna che il personale del 118 anche facendo salti mortali sta riuscendo a garantire – grazie a professionalità e abnegazione – interventi precisi e puntuali, ma il rischio c’è e va risolto.
L’emergenza-urgenza che dovrebbe rappresentare il motivo principale di vita del “Luigi Curto” in questa fase storica, rischia così di essere in affanno sin dall’inizio, dal primo soccorso. Questo perché non viene attivato un progetto promesso, previsto e progettato al “Luigi Curto”. Un servizio che riguarda sì i pazienti psichiatrici e le loro famiglie ma anche il resto del comprensorio ancora una volta preso in giro senza alcuna remora.-italia2tv-
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