Lunedì a Sassano, martedì a Montesano sulla Marcellana, giovedì a Sala Consilina, venerdì a Padula e Sant’Arsenio, sabato a Polla e domenica a Teggiano.
Sono alcuni degli appuntamenti legati ai mercati settimanali che caratterizzano i paesi del Vallo di Diano. Un “rituale”, quello legato alle attività mercatali, che si ripete da anni.
Ma i mercati nel comprensorio sono ancora “attuali” e rappresentano ancora un punto di riferimento per i residenti? O si tratta di un appuntamento “superato” e non più collegato alle esigenze dei cittadini?
La questione relativa ad ambulanti e bancarelle, di recente, è stata oggetto del dibattito a Teggiano dove il mercato domenicale, dopo essere stato delocalizzato nelle frazioni per circa 15 mesi, è tornato in pianta stabile nel centro storico cittadino. La tematica, tuttavia, è ampia e oltre ad interessare i paesi del Vallo, riguarda tutti i piccoli centri.
Per alcuni, limitatamente al territorio valdianese, quello con i mercati settimanali non rappresenta più un appuntamento atteso, per via dei prezzi non considerati competitivi se rapportati ai negozi fisici ed a quelli virtuali e per le difficoltà logistiche che a volte si registrano. Per altri, invece, tali attività, oltre ad offrire l’opportunità di fare acquisti “a casa propria”, sono sinonimo di tradizione, incontro e condivisione.
Per quel che riguarda gli aspetti oggettivi, nel Vallo di Diano il numero di bancarelle, a grandi linee, sembra orientato sempre più a ridursi così come la partecipazione, in termini di presenza ed acquisti, dei cittadini.
Una tendenza probabilmente fisiologica, ma che spinge a chiedersi quale possa essere, in generale ma nel Vallo in particolare, il destino delle attività mercatali nel lungo periodo e se non sia necessario riadattarsi e trasformarsi in qualcosa di “nuovo”.
– Cono D’Elia –ondanews-
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