Vallo di Diano, agricoltura in ginocchio per il maltempo. Gli operatori chiedono lo stato di calamità

Il maltempo che nelle ultime settimane si sta abbattendo con chirurgica perseveranza quasi ogni pomeriggio nel Vallo di Diano, sta creando gravi danni anche alla produzione agricola territoriale, mettendo in serio pericolo le coltivazioni ed il lavoro dei contadini. Diversi gli allarmi che si sono registrati negli ultimi giorni da parte di esperti e di operatori del settore, in particolare per gli effetti negativi della grandine che spesso e volentieri accompagna i nubifragi in atto su tutto il territori. Grande ad esempio la preoccupazione di Ivan Di Palma, titolare dell’Asineria Equinotium ad Atena Lucana. “La grandinata di domenica –ha scritto Ivan sulla pagina Facebook di Asineria Equinotium- ha allettato gran parte della nostra produzione cerealicola. Avvertiamo le avvisaglie acustiche di altri temporali che si avvicinano inesorabili. Assistere ad un temporale in questa fase dell’anno é un po’ come rivivere le regionali campane. Il prossimo che mi dice che il pane é caro –si sfoga Ivan- giuro che se la passa sporca”. Il termine “allettato” va spiegato ai non addetti ai lavori: i grani antichi crescono fino al metro e 60, ed in alcuni casi (come per la carosella) possono arrivare fino a 2 metri. Con la pioggia forte o con la grandine ovviamente le spighe si piegano, cioè si si “allettano”. La produzione quindi si perde perché a contatto con la terra la spiga raramente arriva a maturare. “E poi –conclude Ivan Di Palma- ci sono i topi, i piccioni, le erbe infestanti che prendono il sopravvento, senza dimenticare i trebbiatori che non hanno più dimestichezza coi grani alti… e se va peggio pure i cinghiali”. Insomma produzione agricola di qualità già fortemente danneggiata, ma contro la natura e le sue bizze c’è ben poco che gli agricoltori possano fare. A meno che le istituzioni non provvedano a dichiarare lo stato di calamità naturale, che viene chiesto a gran voce dagli agricoltori valdianesi.“La grandine soprattutto –spiega Salvatore Gasparro, responsabile del settore Agricoltura del Codacons Vallo di Diano- spezza le piantine in crescita, abbatte il grano ed i cereali quasi pronti per essere trebbiati, ed anche i foraggi. Dagli alberi da frutto cadono frutti acerbi o i fiori. Se poi alla pioggia e alla grandine si aggiunge il vento, l’effetto si amplifica”. Anche per Gasparro il problema è grave: la terra non riesce più ad assorbire l’acqua piovana, e la sua grande quantità, oltre a causare dilavamenti superficiali, potrebbe causare asfissia nelle radici: con conseguente essiccazione delle giovani piantine o una cattiva crescita delle stesse. In montagna sarebbe in pericolo anche la produzione delle patate.Per la verità la sorte delle produzioni agricole territoriali sembra al momento interessare a pochi: l’agricoltura rappresenta ancora un settore a forte rischio investimento, che mette insieme un lavoro massacrante e l’incertezza dei raccolti, dovuta anche ai recenti sconvolgimenti climatici. Ciliegina sulla torta la recente modifica alla legislazione sull’IMU sui terreni agricoli: una tassa da tutti ritenuta vergognosa, che finisce di affossare il sistema agricoltura e che ha scatenato l’indignazione anche di diversi comuni del Vallo di Diano. -italia2tv-

Commenti