Nel Vallo di Diano il fenomeno del gioco d’azzardo è in aumento e colpisce un numero crescente di famiglie. A lanciare l’allarme è il Sert di Sant’Arsenio, il servizio per le dipendenze patologiche, che da due anni ha iniziato a seguire una decina di pazienti affetti dal problema.
“Al momento abbiamo anche un 20enne tra i pazienti” dichiara lo psicologo Walter Venosa, responsabile dell’ente presso Sant’Arsenio, preoccupato che il fenomeno sia più vasto di quello che si creda. Secondo Venosa le famiglie sottovalutano il fenomeno e quando si rendono conto della gravità della patologia è già troppo tardi. Alla domanda su quali segnali non sottovalutare lo psicologo mette in cima all’elenco la quantità di ore dedicate al gioco, il forte indebitamento e il pensiero irrazionale, cioè quello che fa pensare di essere invincibile.
Al momento non esistono farmaci per debellare il problema, l’unica terapia è l’ascolto, così il distretto sanitario e il Sert a breve attiveranno un centro d’ascolto rivolto soprattutto agli adolescenti, presso la struttura ospedaliera santarsenese.
“Abbiamo un’evidenza scientifica che prova che il gioco d’azzardo è a tutti gli effetti una patologia – sottolinea Venosa – Dalle risonanze magnetiche è, infatti, emerso che in un giocatore patologico la corteccia prefrontale del cervello non si attiva, quella cioè addetta al controllo e alla capacità di decidere è del tutto carente”. Questo aspetto ha indotto gli addetti ai lavori ad intervenire mediante l’apprendimento di una strategia di controllo.
“Nel nostro territorio occorre intervenire in fretta iniziando a fare rete e integrando i servizi sociosanitari, al breve scriverò ai comuni per monitorare i punti di accesso al gioco presenti nel Vallo di Diano” conclude lo psicologo Walter Venosa, certo che l’aumento esponenziale delle sale da gioco stia facendo lievitare il fenomeno.
- Tania Tamburro ondanews-
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