Il black out del 2003 si trasforma in maxi-truffa ai danni di cittadini di Sala Consilina

Il black-out nazionale che a partire dalla notte del 27 Settembre 2003 causò per circa 20 ore l’interruzione di energia elettrica, mettendo in ginocchio l’Italia, diventa occasione per una maxi-truffa ai danni di diversi cittadini di Sala Consilina. A contattare la nostra redazione e a raccontare l’accaduto, una delle presunte vittime della truffa, che sarebbe stata escogitata da un avvocato della città capofila del Vallo di Diano. A farne le spese anche il 60enne Antonio Mattiacci, che sulla vicenda ha presentato apposita querela presso la Compagnia Carabinieri di Sala Consilina lo scorso 20 Marzo. Geniale il meccanismo della truffa: a seguito del famigerato black out, un avvocato avrebbe presentato richiesta di rimborso all’Enel per conto di diversi cittadini di Sala Consilina, motivata da inadempienza contrattuale con conseguenti disagi sopravvenuti per gli utenti, a causa della lunga interruzione del servizio. Peccato però che alcuni degli utenti attori della richiesta di rimborso ne fossero completamente all’oscuro, e non avessero mai dato alcun mandato all’avvocato. E che abbiamo scoperto tutto nel modo peggiore, quando dopo 10 anni a casa loro è arrivata una ingiunzione di pagamento per oltre mille euro, conseguenza della causa persa con Enel. Ma ricapitoliamo i fatti: nel caso in particolare del ricorso presentato a nome del 60enne di Sala Consilina Antonio Mattiacci, il Giudice di Pace di Sant’Angelo a Fasanella pronuncia nel 2006 sentenza favorevole, e condanna Enel al risarcimento di 150 euro all’utente per i danni causati dal black out, e di 330 euro per spese e competenti legali all’avvocato di Sala Consilina che lo rappresenta. Dunque Enel invia i relativi assegni al domicilio legale indicato dall’avvocato,e gli assegni vengono incassati. Tutto ciò, però, accade all’insaputa del 60enne di Sala Consilina. A questo punto però Enel presenta appello, e nel novembre del 2010 la relativa sentenza della sezione distaccata di Eboli del Tribunale di Salerno capovolge la prima sentenza, rigettando la domanda di risarcimento e condannando l’utente al rimborso del risarcimento ricevuto e delle relative spese legali. In tutto circa 1155 euro che Antonio Mattiacci deve rimborsare: immaginate la sua sorpresa quando, il 7 Marzo 2014, si vede recapitare dall’agenzia delle Entrate un avviso di cartella esattoriale per una sentenza della quale è completamente all’oscuro, con la richiesta di Enel di restituire il rimborso di 150 euro pagato attraverso un assegno che lui non ha mai incassato. Qui comincia per Antonio una vera e propria odissea: prima agli uffici Enel per capire cosa stia accadendo, poi presso i Tribunali di Eboli e Salerno per avere copia delle sentenze di procedimenti giudiziari di cui è stato attore pur essendone completamente all’oscuro. Infine la querela presentata ai Carabinieri della Compagnia di Sala Consilina, a cui in questi giorni farà seguito analoga denuncia presentata alla Guardia di Finanza. Nella stessa situazione di Antonio sono altre 2 persone del suo nucleo familiare, tra le quali un parente che addirittura da circa 40 anni vive all’estero. Ma a presentare denuncia presso i Carabinieri e presso la Guardia di Finanza, in seguito al ricevimento di cartelle esattoriali superiori a 1000 euro recapitate in questi mesi, ci sarebbero diversi altri cittadini di Sala Consilina, che a loro volta scoprono di essere stati truffati. In alcuni casi sarebbero completamente all’oscuro dei ricorsi effettuati a loro nome contro Enel, in altri avrebbero dato il consenso per il ricorso, ma non avrebbero mai visto un euro dei relativi assegni pagati da Enel in seguito alla prima sentenza. Insomma la vicenda potrebbe nelle prossime settimane allargarsi a macchia d’olio, e lascia al momento tante domande ancora senza risposta: in primis come siano stati reperiti i dati personali per effettuare le richieste di risarcimento da parte degli utenti a loro insaputa, poi come siano stati incassati gli assegni di rimborso inviati da Enel a nome degli utenti stessi. Quello che è certo è che, se confermato, il meccanismo truffaldino messo in atto era geniale: se Enel non avesse presentato e vinto l’appello, nessuno sarebbe venuto a conoscenza di nulla, e rimborsi e parcelle sarebbero stati intascate senza colpo ferire.-Italia2tv-

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