Quello di Sassano “è un caso di omicidio stradale plurimo”. Così l’Associazione “Lorenzo Guarnieri” ha commentato quanto accaduto domenica scorsa a Silla di Sassano.
Con una nota pubblicata dall’Ansa Firenze, l’Associazione che da anni conduce la battaglia per l’introduzione del reato di omicidio stradale, riferisce che “nella media, la condanna finale per gli omicidi stradali causati da un conducente ubriaco o drogato è di 2 anni e 8 mesi. Sono condanne scritte sulla sabbia per omicidi considerati di serie C.” dice Stefania Guarnieri, presidente dell’associazione.
“Abbiamo raccolto 77.000 firme e abbiamo già fatto diverse audizioni parlamentari, ma ci sono ancora delle inspiegabili resistenze dal mondo della giustizia. Non c’è dubbio – aggiunge - che occorra trovare una strumento che tolga dalle difficoltà i magistrati, che individui una fattispecie con la quale chi ha un valore alcolemico superiore a 0,8, chi è drogato o chi si da alla fuga, deve sapere che va incontro ad un reato certificato, non ‘da costruire’.incidente silla sassano 06 Invitiamo - conclude la nota - il governo e Matteo Renzi, primo firmatario della proposta di legge nata a Firenze tre anni fa a spingere sull’acceleratore per introdurre una riforma semplice, a costo zero e richiesta a gran voce dai cittadini per prevenire e dare giustizia alle famiglie delle vittime”.
Dello stesso avviso anche l’Asaps, l’Associazione Sostenitori Amici dellaPolizia Stradale che reputa la strage di Sassano un caso di “stra-omicidio stradale”. “Ammiriamo il coraggio della Procura di Lagonegro – riferisce Giordano Biserni, presidente dell’Asaps - che imputa l’omicidio volontario, perché strategicamente è l’unica strada per non farla franca, come invece accade spessissimo”.
- ondanews -
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