Teggiano: Il culto di San Cono tra miracoli e leggende

Una Teggiano in pompa magna si presenta agli occhi dei suoi fedeli e concittadini in occasione dei trecento anni della statua del Santo Patrono Cono. I festeggiamenti hanno preso il via il 6 novembre 2013 con la benedizione della statua da parte di Papa Francesco e culmineranno il 3 giugno. Un culto, quello per San Cono, che si intreccia alla millenaria storia del paese, vicissitudini che vivono in simbiosi da anni immemorabili regalando pagine di storia religiosa e racconti popolari. I primi aneddoti risalgono al Medioevo, quando i dianesi scelsero di intercedere presso il Beato Cono in diverse occasioni. Alla memoria risalta il leggendario racconto di un monaco che fu visto “respingere i proiettili senza che verun danno ne soffrisse la città“: era il 1497 e Diano era sotto l’assedio degli aragonesi. A seguito di quella apparizione venne stipulato il trattato di pace. Di San Cono si torna a parlare in occasione della peste che colpì il paese nel XVII secolo, il popolo “dinanzi all’urna che ne chiude le sacre reliquie si prostrò riverente“. Per ringraziare il Protettore del suo intervento salvifico in occasione del flagello, si scelse il 27 settembre per ricordare un altro segno intangibile del protettore: la traslazione del corpo di San Cono verso il paese natio. Si racconta, infatti, che a seguito della disputa per chi dovesse custodire le ossa del santo, fu deciso di affidare a due buoi la decisione. Il carro con le spoglie scelse Teggiano, e nei pressi della località Annunziata i due buoi morirono regalando definitivamente San Cono al suo paese d’origine. Una storia più recente dell’intervento del Santo Patrono risale al 1857 quando uno spaventoso terremoto seminò vittime in tutto il comprensorio tranne che a Teggiano. Anche in quell’occasione la popolazione invocò l’intercessione di S. Cono e miracolosamente una manna fuoriuscì “dall’un dei piedi del simulacro” e in quella terribile tragedia non si registrò alcun morto nel comune dianese. Era il 17 dicembre e i teggianesi promisero di costruire un obelisco in segno di riconoscenza e da allora ogni anno si celebra la memoria dei fatti con i falò. La festa più importante rimane tuttavia quella del 3 giugno, in ricordo della prematura scomparsa del giovane diciottenne nel monastero di S.Maria di Cadossa. La vita del Santo è circondata da tanti altri racconti leggendari che hanno una sola grande verità: aver reso il culto per la sua figura religiosa un riferimento capace di oltrepassare i confini del paese di Teggiano. (fonte “San Cono benedettino- vita e miracoli” a cura del Parroco Giuseppe Capozzoli 1911) - Tania Tamburro -

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