45 imprenditori del Vallo di Diano, più della metà quindi dei 72 totali, sono finiti sotto inchiesta per sponsorizzazioni fittizie al Sapri Calcio, fatturate per cifre di molto superiori a quelle versate.
I 44 indagati sono residenti nei comuni di Sala Consilina, Polla, Padula, Sassano, Teggiano, San Pietro al Tanagro, Buonabitacolo, Sant’Arsenio, Montesano sulla Maccellana, Caggiano, Sanza, San Rufo e Atena Lucana.
Oltre a loro ci sono tre indagati per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale (tutti ex amministratori del Sapri calcio); altri sei accusati, con loro, di avere distrutto cinque anni di scritture contabili per occultare il reale volume d’affari, oltre che di avere evaso il pagamento delle tasse e dell’Iva.
Tutti coinvolti, secondo gli inquirenti, in una maxievasiome che ha sottratto al fisco 9 milioni e mezzo di euro. La procura di Lagonegro ha chiuso il cerchio su un’indagine che ha consentito nel mese scorso il sequestro di beni per 1 milione e mezzo di euro.
Le indagini si sono concentrate nella gestione del Sapri Calcio tra gli anni 2006 e 2010. È il periodo in cui le indagini della Procura di Lagonegro, coordinate dal magistrato Erminio Rinaldi, hanno rinvenuto un lungo elenco di irregolarità contabili che vanno dalla mancata presentazione delle dichiarazioni dei redditi e dell’Iva alla falsa fatturazione di sponsorizzazioni con la complicità di imprenditori compiacenti.
sapri calcioSecondo la Guardia di Finanza le fatture per i finti sponsor erano gonfiate anche di otto volte rispetto agli importi versati. La società sportiva poteva giustificare così disponibilità economiche e pagamenti ai calciatori. Gli imprenditori invece scaricavano le finte sponsorizzazioni dalle tasse.
- Erminio Cioffi –
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