Allarme Petrolio in basilicata e nel Vallo di Diano

Torna il rischio trivellazioni nel Vallo di Diano. L’Ente nazionale idrocarburi (Eni), infatti, è pronta a scavare in località Pergola di Marsico Nuovo un altro pozzo, chiamato “Pergola 1”, per estrarre petrolio dal sottosuolo lucano. Il paese della Basilicata è a pochi chilometri dal Vallo di Diano, per cui si teme che, attraverso perforazioni orizzontali, si possa raggiungere anche i vicini paesi valdianesi. Non a caso, il comitato “No al petrolio nel Vallo di Diano” ha espresso in queste ore solidarietà agli abitanti del Comune di Marsico Nuovo per la paventata realizzazione dell’ennesimo pozzo a due passi dal centro abitato; temendo pure che il nuovo impianto possa arrivare nel Vallo di Diano, considerate le dimensioni del pozzo. Infatti, non si tratta di un pozzo qualsiasi, ma di un impianto dalle capacità estrattive di almeno 40mila barili al giorno di greggio, di un’imprecisata quantità di gas e di una rete di condotta di circa 9 chilometri per il convogliamento degli idrocarburi estratti dal pozzo fino al Centro Olio Val d’Agri, attraversando aree agricole di pregio e corsi d’acqua, in zone tra l’altro classificate ad alto rischio idrogeologico. Tutto sotto gli occhi del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, il più giovane e vulnerabile parco d’Italia. Il pozzo in questione fu già delocalizzato una prima volta, dopo l’opposizione dell’Organizzazione lucana ambientalista (Ola), proprio per le grandi problematicità e per gli impatti ambientali delle attività minerarie che interferiscono notevolmente con il territorio del parco dell’Appennino lucano. Inoltre, l’intervento interessa anche aree prossime alla Rete Natura 2000, costituita da Zone Speciali di Conservazione (ZSC). Come se non bastasse, a Pergola si trova l’area sismogenetica chiamata “Melandro-Pergola” che si ritiene sia stata responsabile del terremoto del 1857, in cui persero la vita migliaia di persone.-controvallo-

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