Sant’Arsenio (SA): naufraga il progetto di assistenza domiciliare da parte dell’hospice.

Sant’Arsenio – Naufraga il progetto di assistenza domiciliare che doveva essere attivato tramite l’hospice di Sant’Arsenio. Sembrava cosa fatta visto che una settimana fa c’era stato un incontro al quale aveva preso parte il direttore del distretto sanitario di Sala Consilina – Polla, il sindaco di Sant’Arsenio, i rappresentanti di un’associazione di assistenza ai malati oncologici e dei rappresentanti sindacali. La necessità di avviare l’assistenza domiciliare è scaturita anche dalle pressioni arrivate dai vertici della sanità Campana visto che tutte le volte che l’Hospice inviava i moduli con i dati delle prestazioni effettuate alla voce “prestazioni sul territorio” veniva sempre scritto il numero zero. Nel corso dell’incontro il direttore sanitario del distretto ha dato la sua disponibilità ad avviare da subito il servizio grazie anche alla messa a disposizione da parte di un’associazione del territorio di un’autovettura per poter raggiungere le persone da assistere presso la propria abitazione. Tra il dire e il fare però c’è di mezzo il mare e così è stato perché la direzione sanitaria aveva preso l’impegno di mandare altre due unità infermieristiche all’hospice ( il personale paramedico sarebbe passato così da 10 a 12 unità). Ieri però arriva il colpo di scena, non solo i due infermieri non sono arrivati ma all’hospice è arrivato un ordine di servizio con il quale una delle dieci infermiere veniva spostata dal reparto destinato ai malati oncologici ad un altro reparto. In questo modo l’hospice dal prossimo 15 luglio si ritroverà con nove paramedici invece di dieci e a pagarne le conseguenze saranno soprattutto i degenti visto che nel periodo estivo parte del personale è in ferie quindi c’è il rischio che a fare il turno possa esserci un solo infermiere che si troverebbe a dover prestare assistenza, da solo, a sette degenti tutti allettati. Cosa praticamente impossibile per una persona sola. Alla richiesta di chiarimento sul perché del trasferimento dell’infermiera la risposta sarebbe stata “non c’è un perché, si fa così e basta”. In questo modo oltre a penalizzare i pazienti dell’hospice di fatto diventa impossibile anche avviare l’assistenza domiciliare visto che il personale infermieristico a stento è sufficiente per poter gestire il lavoro ordinario del reparto. -italia2tv-

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