Crisi: scomparse in provincia di Salerno circa 400 imprese in 9 mesi.

Tra gennaio e settembre del 2012 sono scomparse, in provincia di Salerno 377 imprese. In città hanno chiuso i battenti, negli ultimi dodici mesi, 270 attività commerciali, mentre sono 167 gli artigiani che, dall’Agro Nocerino al Cilento, hanno deciso di abbassare le saracinesche. Contrazione dei consumi, pressione fiscale, difficoltà di accesso al credito, burocrazia, le cause di una epidemia il cui contagio non sembra ancora esaurito. A leggere i dati forniti da Rete Imprese Italia, in occasione della giornata di mobilitazione nazionale, ha dettato le regole per la sopravvivenza, c’è poco da sperare. Non solo perchè la crisi sta lentamente portando al macello imprenditori, commercianti ed artigiani, ma anche perchè fa lievitare il sommerso. In pochi mesi, il sito attivato dalla Cna per stanare il lavoro nero, ha raccolto ben settanta segnalazioni. L’analisi di Rete Imprese Italia è spietata: a soffrire più degli altri comparti è il commercio (-731 attività nel saldo tra aperture e chiusure, con in testa quelle al dettaglio) seguito a ruota da trasporti, magazzinaggio, servizi di informazione e comunicazione, attività finanziarie e assicurative, immobiliari, noleggio, agenzie di viaggio (-369). In picchiata le costruzioni (-288) e il manifatturiero (-235) che ha confermato il trend negativo anche nei trimestri successivi. «Se non ripartono le manifatture non riparte il Paese», ha sottolineato Enrico Bottiglieri di Confesercenti. Per Mario Andresano di Casartigiani, «è necessaria un’azione unitaria per spingere la Regione a far ripartire il credito agevolato», soprattutto in considerazione della cortina alzata dagli istituti di credito. La riprova è che l’anno scorso Artigiancassa ha erogato oltre quattro milioni di euro in prestiti. « Unica eccezione, l’agroalimentare di qualità: vino, olio e prodotti in barattolo sanno ancora conquistare i mercati esteri. -italia2tv-

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