Petrolio: finalmente arriva il NO secco degli Imprenditori del Vallo di Diano


Con un documento indirizzato al Presidente della Comunità Montana, ai sindaci del Vallo di Diano e al Comitato “No al petrolio nel Vallo di Diano”, anche l’associazione ITALICUS che raccoglie l’adesione di numerosi Consorzi di Imprese, della BCC di Sassano, Monte Pruno di Roscigno e Laurino, altre associazioni culturali e la Fondazione Mida dice fermamente NO AL PETROLIO. “Qualcuno ipotizza che il petrolio è la soluzione al nostro problema ma la stragrande maggioranza degli imprenditori del Vallo di Diano non abbocca e decisamente dice NO AL PETROLIO. Anzi sarebbe una vera follia” - si legge - “con l’approvazione del Parco Nazionale Cilento e Vallo di Diano e l’istituzione di numerose aree naturali protette il nostro territorio è stato connotato ecosistema complesso e di elevato valore naturalistico dichiarato anche patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, considerato dal 1997 Riserva della Biosfera e Geoparco dal 2010, noi imprenditori abbiamo investito nei settori produttivi agroalimentari nelle attività turistiche, produzioni tipiche locali e servizi affini connesse allo sviluppo turistico e mondo dei servizi a supporto di uno sviluppo eco- sostenibile”. Pare che il No al petrolio non sia puramente ideologico ma economico “Immaginiamo quale triste destino sarebbe riservato al settore caseario nel caso si venisse a trivellare qui – scrivono- il No è figlio di una riflessione attenta ai bisogni di una società civile che guarda lontano e si preoccupa del futuro dei nostri figli. Il No è continuare a vivere in un territorio che ha visto intere generazioni sposare modelli di vita ragionevolmente in sintonia con la natura; il No al petrolio deve essere supportato da una proposta alternativa di concreto sviluppo”. Qui si fa riferimento a un progetto per istituire un Marchio d’Area territoriale, che partendo dalla capacità organizzativa locale e dal livello di condivisione delle regole e degli obiettivi di sviluppo tiene conto della imprenditorialità diffusa ai servizi della presenza di notevoli testimonianze storico- culturali, della biodiversità e dei prodotti tipici di eccellenza. Eppure, spiegano, non è stato ancora capace di fare sistema, di promuovere iniziative che superano i confini del proprio campanile; tutti sono d’accordo sul fatto di fare gruppo e di mettere insieme quanto di buono c’è sul posto e di unire trasversalmente le forze perché sono i periodi di crisi che avvicinano gli uomini e stimolano le menti per una nuova rinascita. L’obiettivo dunque è la promozione di un Marchio d’Area che investa l’intero territorio, uno strumento fondamentale per accrescere il livello di competitività delle imprese esistenti, un marchio che renda riconoscibili e visibili le produzioni, i servizi, le aziende nel loro complesso. Allora come si evince dalla stipula del protocollo di intesa sottoscritto in data 8 ottobre 2010 la Italicus, intende costruire un sistema standardizzato di regole condivise, individuare l’ambito territoriale per stabilire i limiti di azione del Marchio d’Area e le eventuali estensioni ai territori comunali. Dicendo No al petrolio in buona sostanza si propone uno sviluppo economico competitivo fondato essenzialmente sulla equilibrata integrazione fra produzione, buone pratiche e qualità ambientale. Un coro di voci unanime che rivolge un appello alle istituzioni e propone la installazione di un sistema di monitoraggio ambientale per verificare la salubrità del corpo idrico e dell’aria in modo permanente.

Antonella Citro -vallonotizie24-

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