Crisi e gesti disperati, da Nord a Sud


L'ennesimo gesto disperato causato dalla crisi economica. Mercoledì 28 marzo, un operaio edile marocchino di 27 anni si è dato fuoco davanti al municipio di Verona. Il ragazzo, che non percepiva lo stipendio da 4 mesi, si è cosparso il corpo di benzina dandosi fuoco alle gambe e alla testa durante un presidio di protesta a pochi metri dall'Arena, in piazza Bra. Quello di Verona è solo l'ultimo di una lunga scia di casi che hanno visto coinvolti imprenditori, artigiani, operai e disoccupati, travolti dai debiti, da prestiti negati, da ritardi nei pagamenti.

Tra il 20 e il 21 marzo 2012 tre suicidi in due giorni - A Scorrano (Lecce) si è impiccato un artigiano di 29 anni. Tre mesi prima aveva perso il suo primo lavoro in una cava di pietra. Non riusciva a trovare una nuova occupazione. La madre, vedova, vive con una pensione di invalidità. Il fratello più piccolo è disoccupato.
Nel bellunese un imprenditore edile di 53 anni, in crisi da tempo per i crediti che non riusciva a riscuotere sia da privati sia da pubbliche amministrazioni, si è impiccato in una baracca dietro casa, mentre i familiari lo aspettavano a cena. Un altro suicidio, per la mancanza del lavoro e per le precarie condizioni economiche, è avvenuto nel Cosentino. Un uomo di 47 anni, sposato e padre di una bambina di sette anni, si è sparato un colpo di pistola. In passato aveva gestito un'attività commerciale, ma da due anni era senza lavoro.

Sui tetti e tralicci per chiedere aiuto - A Genova, il 22 marzo, un disoccupato di 45 anni è salito su un traliccio e ha minacciato di lanciarsi se qualcuno non lo avesse messo nelle condizioni di comprare le scarpette ortopediche per la figlia malata. "Ho sempre fatto il muratore - ha raccontato una volta sceso - Adesso non trovo nessuno che mi dia lavoro". Il 28 febbraio, a Poppi (Arezzo), un piccolo imprenditore edile è salito sul tetto di un edificio in costruzione per protestare contro la ditta appaltatrice, che non lo paga. A convincerlo a scendere sono stati il sindaco e il suo avvocato.
Da mesi, inoltre, va avanti la protesta dei lavoratori Wagon Lits di Milano, che chiedono il ripristino dei treni notte.

Crisi e gesti disperati, ecco alcuni dei casi più recenti. Tra i più colpiti, artigiani e imprenditori:

29 MARZO 2012: Un muratore di 58 anni, nato in provincia di Caserta ma residente a Ozzano Emilia, si dà fuoco nella sua auto in via Nanni Costa, non lontano dall'Agenzia delle Entrate di Bologna. L'uomo viene ricoverato in prognosi riservata nel reparto di rianimazione del centro grandi ustionati di Parma: ha ustioni gravissime su tutto il corpo. All'interno dell'abitacolo vengono trovati una lettera indirizzata alla moglie e un'altra indirizzata all'Agenzia delle Entrate, in cui l'uomo spiega di aver sempre pagato le tasse e chiede di lasciare stare la propria consorte.

27 MARZO 2012: Un imbianchino di 49 anni si lancia dal balcone a Trani perché da tempo non riusciva a trovare un posto di lavoro.

15 MARZO 2012: Una donna di 37 anni tenta il suicidio per aver perso il lavoro in provincia di Lucca. La vittima ingerisce del liquido per sgorgare gli scarichi, un prodotto fortemente tossico, e finisce in ospedale.

9 MARZO 2012: Un commerciante di 60 anni, in provincia di Taranto, durante la notte si toglie la vita impiccandosi in contrada 'Ciaurro', nella Marina della cittadina jonica. La causa del gesto è da attribuirsi a problemi di natura economica.

9 MARZO 2012: Un falegname di 60 anni si toglie la vita a Noventa di Piave (Venezia) per motivazioni riconducibili a problemi di carattere sia economico che personale. L'uomo lascia una lettera prima di compiere il folle gesto con una corda recuperata in azienda.

27 FEBBRAIO 2012: A Verona un piccolo imprenditore edile, dicendo di vantare crediti con vari clienti per circa 34mila euro, si presenta in banca chiedendo un prestito di 4mila euro. L'uomo, un 50enne titolare di un'impresa edile, vistosi negare il prestito dalla sua banca, verso cui era già debitore, esce dalla filiale e si cosparge di alcol tentando il suicidio. I carabinieri della Compagnia di Verona, intervenuti sul posto lo salvano.

26 FEBBRAIO 2012: Un imprenditore si toglie la vita impiccandosi nel capannone della sua ditta, in provincia di Firenze. Il cadavere viene trovato dai famigliari. All'origine del gesto le preoccupazioni dell'uomo, 64 anni, per la crisi economica che aveva investito la sua azienda: questo il senso del messaggio lasciato dall'imprenditore in un biglietto ritrovato accanto al corpo. L'uomo si impicca con una corda a una trave del capannone.

21 FEBBRAIO 2012: Un piccolo imprenditore trentino, oppresso dai debiti, cerca di suicidarsi gettandosi sotto un treno merci, nei pressi della stazione ferroviaria di Trento. Viene salvato dal tempestivo intervento di agenti.

15 FEBBRAIO 2012: A Paternò, in provincia di Catania, un imprenditore 57enne si uccide impiccandosi in preda alla disperazione a causa dei debiti della sua azienda. Il cadavere viene rinvenuto in un capannone in un deposito di proprietà della ditta della quale era titolare.

12 DICEMBRE 2011: Un imprenditore si suicida per problemi economici a Vigonza, nel padovano. Prima di uccidersi con un colpo di pistola nel suo ufficio lascia un biglietto sulla scrivania con scritto: "Perdonatemi non ce la faccio più". Soffriva perché costretto ad accettare la cassa integrazione per i suoi dipendenti a causa di mancanza di liquidità.

10 FEBBRAIO 2011: Un commerciante si toglie la vita impiccandosi nel suo negozio situato al centralissimo corso Umberto a Napoli. E' il figlio a fare la tragica scoperta. Prima di suicidarsi l'uomo lascia un biglietto ai suoi famigliari: "Perdonatemi, non ce la faccio più".

13 SETTEMBRE 2010: Troppi debiti. Questa la motivazione che spinge un imprenditore 57enne a bruciare nella notte, a Firenze, il ristorante che gestiva da tre anni, e poi a togliersi la vita impiccandosi nel gazebo esterno al locale. L'uomo, secondo quanto emerso, aveva uno scoperto di 18mila euro in banca. Prima di compiere il tragico gesto, invia degli sms ai suoi collaboratori, scrivendo: "Mi avete ammazzato con le vostre pretese, non riceverete più una lira, addio, arrangiatevi". L'imprenditore doveva ai suoi dipendenti degli stipendi arretrati.

2 MARZO 2010 - Un imprenditore si suicida a Camposampiero, nel padovano, per le difficoltà della sua azienda.

-skytg24-

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