Meeting a Pertosa per parlare di disturbi dell’apprendimento


“Scuola inclusiva e cittadinanza sociale. Sinergie istituzionali e concertazione territoriale per l’integrazione scolastica e il progetto di vita degli alunni con disabilità” è il nome della singolare giornata di confronto e pianificazione territoriale che si è svolta nel centro di Pertosa lo scorso 18 gennaio organizzata dal Piano Sociale di Zona S4, MIUR, Provincia di Salerno, ASL Salerno, la Fondazione Mida e il QUISS. Tanti gli spunti di discussione moderati da Geppino D’Amico. Al tavolo decisamente stimolante tra gli altri erano seduti Salvatore Iannuzzi Dirigente Centro Aziendale di Neuroscienze dell’Età Evolutiva di Agropoli che ha discusso sull’inquadramento nosografico, Caterina Romano sulla sofferenza psicologica nei bambini con disturbi da DSA, si è toccato anche lo sport con Tonino Veneziano Dierttore Tecnico Regionale Special Olympics, e non poteva mancare Davide Amendola psichiatra comitato tecnico scientifico GLIP- ufficio XV Salerno. Determinanti i criteri diagnostici sui disturbi legati alla dislessia e ai suoi sottotipi comprendendo i suoi parametri di misurazione, alla disortografica e disgrafia nel processo di valutazione delle sue componenti, alla discalculia fra le capacità cognitive globali e l’apprendimento del calcolo numerico; utili sono i dati epidemiologici che riguardano il 10 - 20% della popolazione in età scolare. Spiegano i relatori convenuti al meeting che i disturbi specifici sono stati descritti principalmente da due fattori: genetici e acquisiti da cui scaturiscono i disturbi da deficit di attenzione e iperattività, disturbi oppositivo provocatorio e i disturbi internalizzati come i disturbi d’ansia, somatoformi e dell’umore. Tutti sono concordi sul fatto che è necessario distinguere tra tipi diversi di prognosi come evoluzione e distanza della difficoltà di lettura e come possibilità di sviluppare un disturbo mentale, come possibilità di avanzare nella carriera scolastica e infine la prognosi come capacità di reddito sviluppata in età adulta. L’evoluzione è influenzata dalla gravità del DSA e dalla tempestività e adeguatezza degli interventi dal livello cognitivo e meta cognitivo, dall’ampiezza delle compromissioni neurospicologiche e dalla associazione di difficoltà nella lettura scrittura calcolo. “La convinzione che un modo efficace di affrontare il problema fosse non solo, quello di condividerne gli assunti teorici ma anche quello di poter praticamente intervenire su di esso ha portato alla stesura del progetto “Unici e Pari”- chiarisce Maria Luisa De Nigris pedagogista responsabile Ufficio Integrazione Scolastica UST Salerno - i destinatari saranno i dirigenti scolastici docenti curriculari e di sostegno operatori socio educativi e famiglie, i beneficiari gli alunni della scuola dell’infanzia della scuola primaria e della scuola secondaria di I e II grado con disturbi specifici dell’apprendimento. La sensibilizzazione poi è importante tra tutte le istituzioni scolastiche attraverso uno screening specialistico, una banca dati attraverso la registrazione raccolta e pubblicazione dei dati ottenuti. Un primo percorso di stampo cognitivo si focalizzerà sugli approcci strategici della psicologia cognitiva dell’apprendimento sulla meta cognizione sull’autoregolazione dell’attenzione sullo stile cognitivo dello studente; un secondo percorso di tipo emotivo- motivazionale permetterà sia di gestire le emozioni correlate allo studio e l’ansia legata alla valutazione sia di promuovere la motivazione intrinseca ad apprendere. L’assunto è che la didattica sia la teoria e la pratica dell’insegnare”. Allora diventa quanto mai essenziale e fondamentale il programma di riabilitazione per questi disturbi specifici di apprendimento con lo scopo di aumentare l’efficienza del processo lettura/scrittura, un intervento condotto quanto più tempestivamente possibile avvalendosi di promozione dei prerequisiti dell’apprendimento, uso di programmi psicolinguistici, interventi di ordine psicomotorio, rieducazione funzionale, approccio metacognitivo e intervento riabilitativo, consulenza psicopedagogica a genitori e insegnanti. Sulla base di ciò, si vuole lanciare un messaggio ben preciso: si vogliono proporre messaggi pedagogici impostati sul rinforzo positivo, sulla rassicurazione sull’incremento dell’autostima e corsi di formazione per insegnanti e genitori.

Antonella Citro -vallonotizie24-

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