Costretta dai propri genitori a vendersi per poche centinaia di euro.
E’ entrato nel vivo, davanti ai giudici della prima sezione penale di Salerno, presidente Zunica, giudici a latere Dezio e Albarano, il processo per un presunto caso di pedofilia che si sarebbe consumato per mesi a San Pietro al Tanagro dove una coppia di genitori indigenti avrebbe accompagnato la propria figlioletta di 13 anni a “lavorare” nei campi presso un uomo che, invece, avrebbe abusato della piccola dietro compenso di denaro.
Alla sbarra vi sono i genitori della bambina che si è costituita parte civile nel provvedimento attraverso l’avvocato Annalisa Buonadonna, accusati entrambi di induzione e sfruttamento della prostituzione minorile.
Nel corso dell’udienza sono stati escussi l’assistente sociale in servizio presso la struttura protetta alla quale la piccola è stata affidata e una delle professoresse della scuola frequentata dalla bambina. Quest’ultima, in particolare, ha anche dichiarato di aver ricevuto telefonate minatorie da parte di ignoti che la “avvertivano” affinchè stesse attenta a ciò che avrebbe riferito in udienza.
Il processo è stato rinviato al prossimo 14 dicembre quando saranno ascoltati i militari che hanno proceduto a verbalizzare le intercettazioni telefoniche tra i genitori, la bambina e il contadino di 73 anni che ha abusato della bambina, già condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione con il giudizio abbreviato.
L’inchiesta, condotta dal Pubblico ministero Paternoster, era nata nel 2009
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-ondanews -
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