Sala Consilina: parla Giuseppe Russo dopo la sentenza che lo assolve, "Ritornerò a vivere"


 Dopo circa sette ore di camera di consiglio, Martedì 19 Aprile arriva per il Giovane imprenditore Edile Giuseppe Russo di Camerota la sentenza della Corte di Appello di Salerno “…Letto l’art. 605 del c.c.p in riforma alla sentenza emessa il 1 aprile 2010 dal Tribunale di Sala Consilina nei confronti di Giuseppe Russo, da questi appellata assolve il predetto imputato dal reato ascrittegli con formula piena per non aver commesso il fatto…Art. 605 ” con queste parole L’avv. Angelo Paladino, difensore legale di Giuseppe Russo ha aperto la ieri mattina, la conferenza stampa, presso la saletta del bar Paladino, a Sala Consilina, dove era presente lo stesso Giuseppe Russo unitamente al suo legale e i suoi familiari ha illustrato le motivazioni della sentenza. Ricordiamo sinteticamente i fatti della vicenda che coinvolse il giovane di Camerota, che risalgono alla sera del 27 luglio 2009 a Capitello, quando una donna con cui il giovane si frequentava sporadicamente, (…in tutto ci sono stati 3 incontri consenzienti) all’ultimo incontro passionale con lo stesso, presentò una formale denuncia alla Compagnia Carabinieri di Sapri, adducendo di essere stata vittima di una presunta violenza sessuale da parte del Russo. Le immediate indagini poste in essere dalla Compagnia Carabinieri di Sapri, guidata dal capitano Stefano Pugliese, portarono al successivo arresto del giovane che da quel giorno ha visto iniziare il suo calvario giudiziario, in cella per 12 mesi presso il carcere di Vallo della Lucania. Arrivò quindi la fase dibattimentale del primo grado che a sentenza, emanata dal collegio giudicante del tribunale di Sala Consilina presieduto da Luciano Santoro, vide l’uomo condannato a ben 4 anni e 11 mesi di reclusione. “….Le testimonianze di parte di Pino Russo - ha dichiarato l’avv. Angelo Paladino - hanno descritto, sempre, una versione diversa da quella della sua ex vittima. Infatti il primo Agosto 2009, fu la Donna con un invito via sms, a chiedere un incontro consenziente, e che la denunciante avrebbe avuto legami con alcuni dei carabinieri coinvolti e i tabulati telefonici lo dimostrano, sono state diverse telefonate il 27 luglio, intercorse tra la donna e uno dei carabinieri, evidenziando soprattutto quelle verificatisi nelle ore appena precedenti la presunta violenza carnale. Il militare, suo probabile amico, condusse le indagini che incastrarono Russo nella fase delle indagini…”. Una storia somigliante sempre di più ad un ricatto, che grazie anche all’arringa degli avvocati difensori (Angelo Paladino e Paolo Carbone) che è stata tenace e molto efficiente nei fatti. Sulle vere motivazione o le cause che hanno indotto la donna a denunciare il Russo, non sono del Tutto chiare “…probabilmente, - dichiara lo stesso Giuseppe Russo - nell’ultimo incontro la donna mi chiese se io gli potevo ristrutturare la sua casa, richiesta che io non potevo soddisfare…”. Ora che il giovane uscito da questo brutto incubo, vuole solo ricominciare a vivere, a tornare alla vita di prima anche se sarà difficile “…cancellare tutto sarà impossibile, - ha affermato Giuseppe Russo- cancellare un anno di carcere, soprattutto quando sei innocente, sono cose che ti segneranno per tutta la vita, anche se in questo tremendo periodo ho avuto la massima solidarietà del mio paese, che ha creduto sempre alla mia innocenza. Professionalmente, con tenacia e decisione ritornerò a fare il Geometra, a ricostruire quella stessa impresa edile, che contava oltre 20 operai e che per un ingiustizia o errore giudiziario ha distrutto la mia vita e di venti famiglie..” Per il risarcimento dei danni morali del mio assistito ha ripetuto Avv. Paladino, stiamo ancora valutando per adesso conta solo la totale e riconosciuta riabilitazione del mio cliente, sicuramente, o meglio sarà probabile che non ci sarà ricorso in cassazione.


- MICHELE D’ALESSIO -valloweb-

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