Sala Consilina (SA) : Scoperto buco da 500.000 euro per evasione da ICI


Cinquecentocinquantamila Euro ovvero un miliardo delle vecchie lire.
A tanto ammonta il buco nelle casse del comune di Sala Consilina a causa del mancato pagamento dell’ICI, l’imposta comunale sugli immobili, da parte di centinaia di proprietari di abitazioni, negozi o altro tipo di immobili ubicati sul territorio del comune capofila del Vallo di Diano.

I furbi hanno sperato di farla franca e tra questi c’è chi ha “deciso” di non pagare la tassa per diversi anni. Chi pensava di aver risparmiato un bel gruzzoletto evadendo l’ICI aveva fatto male i conti perché il dirigente dell’area finanze del Comune con due determine ha dato il via libera alla riscossione delle imposte non pagate ed ha approvato i ruoli per la riscossione coattiva per gli anni che vanno dal 2002 al 2008.

Naturalmente chi non ha pagato in questi anni riceverà una bella batosta perché oltre a dover pagare gli importi evasi nella cartella esattoriale che riceverà nelle prossime settimana si vedrà addebitati anche gli interessi accumulati ed una pesante sanzione pecuniaria. Alla riscossione coattiva dei ruoli provvederà la società Equitalia.

“Finalmente – è stata la reazione di quei tanti cittadini che pagano le tasse – qualcuno si è deciso a far rispettare la legge. La cosa strana è che dal 2002 ci sono persone che non hanno pagato l’ICI e ci sono voluti quasi dieci anni perché qualcuno si preoccupasse di andare a verificare chi aveva pagato e chi no. Ci auguriamo che quando questi soldi entreranno nelle casse comunali possano essere utilizzati non per finanziare qualche manifestazione ma per iniziative che portino vantaggi concreti alla comunità Salese”.

Il recupero dell’ICI evasa non è la prima iniziativa messa in campo dall’amministrazione comunale per stanare gli evasori. Negli ultimi mesi infatti un analogo provvedimento è stato adottato anche nei confronti di chi negli ultimi anni non aveva mai, o quasi mai, pagato le bollette per la fornitura dell’acqua. In questa circostanza ci sono stati dei casi in cui i tecnici del servizio acquedotto sono stati costretti nei confronti di alcuni cittadini che si ostinavano a non voler pagare a ridurre al minimo indispensabile la fuoriuscita di acqua dai rubinetti di casa. Il giro di vite ha riguardato anche i venditori ambulanti. Da una verifica era infatti emerso che molti non pagavano, anche in questo caso da anni, la tassa per l’occupazione del suolo pubblico meglio conosciuta con l’acronimo TOSAP.

- Erminio Cioffi - ondanews.it -

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