Un paese diviso a metà.E’ questo il quadro lasciato in eredità alla comunità aulettese dalle ultime elezioni amministrative. Un paese completamente diviso a metà.
“In un modo o nell’altro, ma che almeno finisca questa agonia”, era fino a ieri il commento dei cittadini meno “coinvolti” in una querelle politica che ad Auletta ha assunto, probabilmente, toni alquanto smisurati. Una competizione politica che si è trasformata in un clima di scontro continuo, che ha coinvolto e coinvolge famiglie dell’uno e dell’altro schieramento, professionisti, negozianti, giovani, anziani e forse anche, suo malgrado, il parroco del paese.
Troppo ridotto lo scarto tra una lista e l’altra. Forse per questo, quanto si è verificato successivamente allo spoglio , lo scontro è stato inevitabile.Il clima che si è registrato in questi venti mesi, comunque, è brutto e spesso ne è venuto coinvolto anche chi non c’entra per niente. Basta un saluto, uno sguardo, una stretta di mano, una parola fraintesa, un caffè bevuto in compagnia di qualcuno, che subito scatta il sospetto di presunta appartenenza, presunto favoreggiamento, presunto appoggio.
Ora finalmente è finita.
Ci sarà tempo e modo per capire gli errori ma, soprattutto, per impegnarsi, tutti, decisamente tutti, a dare alla comunità aulettese quella serenità d’animo e quella concordia che gli aspiranti futuri amministratori devono saper costruire, per il bene di tutti.Venti mesi di scontri continui e quotidiani sono stati troppi e la comunità di Auletta merita altro, d’ora in avanti. Soprattutto la “pax” sociale.
(Rocco Colombo)
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