Fa tappa a Sant’Arsenio venerdì 30 agosto il Festival Internazionale della Chitarra di Lagonegro, giunto alla 36° edizione, organizzato dall’associazione Amici della Musica del Lagonegrese, fondata nel 1975. Un evento nato allo scopo di rendere fruibili spettacoli di qualità ad un vasto pubblico al fine anche di contribuire alla valorizzazione di siti di particolare interesse storico – architettonico scelti come sedi per la realizzazione dei concerti. L’appuntamento di Sant’Arsenio venerdì 30 agosto si terrà alle 21,15 al Teatro comunale, e vedrà sul palco il Kairos Guitar Quartet, composto da Francesco Aquino, Ettore Marchi, Marco Ricciardone e Carlos Rivero Campero. Il festival proseguirà poi a Latronico il 6 settembre e tornerà a Lagonegro per lo spettacolo finale l’8 settembre.
Un evento nato e cresciuto negli anni nel vicino territorio lucano del lagonegrese per poi estendere il proprio raggio d’azione nei territori limitrofi, al fine di raggiungere un sempre più vasto e variegato pubblico. Una scelta da parte degli organizzatori che ha favorito la collaborazione con altri soggetti operanti nel campo della promozione culturale come l’associazione flautisti italiani, il Centro Studi Musicali del Vallo di Diano, gli assessorati alla cultura della Regione Basilicata e dei comuni di Lagonegro, Maratea, Latronico, Castelluccio, Padula, Sant’Arsenio e Polla. Ricco il programma della manifestazione con ben cinque concerti di grande impatto. Quello di venerdì a sant’Arsernio sarà il terzo spettacolo in programma, tra musica, cultura e divertimento per questa 36esima edizione del Festival Internazionale della Chitarra di Lagonegro che ha proposto anche un corso di perfezionamento “Nuova musica per Chitarra” tenuto da Sergio Sorrentino e John King.
Antonella D'ALTO -unotv-
Ho avuto modo di seguire il concerto tenutosi in un'ala rimodernata del glorioso vecchio edificio che per tanti anni ha ospitato le classi dell'Istituto Tecnico Commerciale "A. Sacco"; ove di recente è stato ricavato un'accogliente teatro. Peccato solo che le poltroncine non siano proprio all'altezza del loro compito.
RispondiEliminaPur da appassionato di tutt'altra musica, blues in primis, la curiosità di vedere all'opera chitarre non amplificate ha fatto sì che mi presentassi da spettatore all'evento. Anzi, ho voluto seguire lo spettacolo da un primissimo posto con l'intento di seguire il più da vicino possibile le evoluzioni delle dita dei quattro ragazzi sulle sei corde. Questo da autentico appassionato di questo straordinario strumento che madre natura non ha mai - ahimè - permesso che imparassi a suonare. Ma tant'è.
Devo dire che sono rimasto letteralmente rapito e dall'estro dei ragazzi e dall'atmosfera onirica creatasi per le magnifiche melodie scaturite da quei magnifici strumenti.
Diciamo che per una sera mi son dimenticato del mio amato blues per bearmi di una musica altrettanto valida, altrettanto coinvolgente. In una parola: bella.