Al Sud solo 3 donne su 10 lavorano. Perdita sul Pil del 7%


Ne esce più che sconfitta nel confronto internazionale la donna italiana, quanto a parità con gli uomini. L'Italia nel divario di genere è tra i Paesi più arretrati, Nelle classifiche mondiali è al 74° posto su 134. Meglio di noi tutti i Paesi europei, peggio solo il Giappone tra le maggiori economie industrializzate. È questo il preoccupante quadro che emerge dal Rapporto 2012 «sull'uguaglianza di genere e sviluppo» elaborato dalla Banca Mondiale.

Se si guarda ad altre voci del confronto col resto del mondo l'Italia ha una posizione un poco migliore per quanto riguarda l'istruzione (49° posto) e decisamente peggiore se si guarda alla partecipazione della donna all'economia. Che vuole dire lavoro e occupazione: nel 2010 era occupato il 46,1% delle donne tra 15 e 64 anni, contro il 67,7% degli uomini e, come era prevedibile, il divario è particolarmente pronunciato nel Mezzogiorno, dove solo tre donne su 10 lavorano. Il dato preoccupa se si guarda alla crescita che è bassa anche perché il paese non utilizza appieno le risorse dei giovani e delle donne.

La Banca d'Italia ha calcolato che se il Paese riuscisse a centrare l'obiettivo di Lisbona dell'occupazione femminile al 60% il Prodotto interno lordo crescerebbe del 7%. Non vanno meglio i dati sulla presenza femminile nelle posizioni di vertice. Sul 40% di lavoratrici dipendenti nel settore privato tra i 15 e i 44 anni, le dirigenti sono il 24%; se si sale alla fascia d'età tra 45 e 64 anni sono il 15% sul 36% di presenza femminile occupata. La situazione è migliore per le dirigenti donne nel settore pubblico dove rappresentano, a seconda dell'età, rispettivamente il 45% e il 36%.

-unotv-

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